La voglia di superare sé stessi. Di addentrarsi nella nuova stagione sportiva con l’obbligo di alzare l’asticella degli obiettivi. Alessandro Bagalà dice sì al progetto dello Sporting Juvenia: un progetto che, su indicazione proprio del tecnico 29enne, vedrà la società fare uno sforzo maggiore rispetto a quello del primo anno di B.

L’ACCORDO – “La prima cosa che voglio fare è ringraziare tutti gli sponsor che ci hanno supportato e ci hanno aiutato a rendere possibile questa B. Per tutti quella appena conclusa è stata un esperienza nuova, un mondo nuovo con spese nuove. Per l’anno che viene ho semplicemente chiesto qualcosa in più rispetto a quello che la società ha prodotto quest’anno”, questi i termini generali dell’accordo tra Alessandro Bagalà e la società con sede a via Ischia di Castro. Termini che lasciano intravedere chiaramente quale sia l’ambizione del tecnico: non la semplice salvezza, non il ruolo di comparsa nella cadetteria. Ma un’orizzonte di più alto respiro, un panorama ben diverso. “Quest’anno c’è sicuramente da essere orgogliosi, ci siamo salvati con una squadra zeppa di ragazzi del nostro vivaio, che mai avevano giocato non solo in Serie B ma anche in una prima squadra. Ora però è il momento di fare un passo in avanti rispetto a quello che abbiamo fatto, andare a giocarci tutte le partite con l’idea di poter sognare un qualcosa di più grande”. Era normale che fosse così. L’anno di assestamento nel palcoscenico nazionale, sebbene non abbia portato ad alti traguardi, ha messo in luce i pregi del club: allenatore giovane e preparato, una squadra equilibrata, piena di talenti da valorizzare. E non sono mancate squadre che hanno provato ad accaparrarsi la guida tecnica dello Juvenia. “Ringrazio ovviamente tutte le società che mi hanno contattato, mi ha lusingato il fatto che abbiano pensato a me per affidarmi i loro progetti sportivi”.

LE MOSSE – Per trovare l’accordo giusto, la combinazione perfetta per far proseguire il connubio Bagalà-Juvenia, ogni tassello doveva trovare il suo posto, ogni intento doveva combaciare. Alessandro, trionfatore in C1 due anni fa, aveva da tempo le idee chiare. “Sicuramente quello che dobbiamo prendere sono giocatori di esperienza. Che non vuol dire gente avanti con l’età ma profili, adatti al nostro ambiente, che abbiano conoscenza della categoria. Per profili adatti intendo persone che possano inserirsi alla perfezione nel nostro contesto, senza ripetere gli errori che abbiamo commesso nel recente passato”. Questa la road map da seguire per l’allenatore, alla base c’è il proposito di affiancare agli elementi migliori della rosa attuale atleti che possano portare un valore aggiunto. “Nelle mie intenzioni c’è quella di creare uno dei poli di Roma Nord. Un posto che la gente riconosca per la presenza di uno staff di qualità. Qualità che già è presente, soprattutto considerando la vittoria nel regionale dell’U21, che ha vendicato la forte delusione della U19 e ha lanciato un gruppo di ragazzi bravi nella fase nazionale”. Ma come fare a raggiungere l’obiettivo? Quali sono le tappe intermedie che portano a essere un polo sportivo d’eccellenza? Sicuramente l’asticella va alzata anche nell’organigramma, nel gruppo di persone che curano il lato sportivo di una società. “Vedremo se a fare uno sforzo in più per il club saranno le persone che sono già qui oppure se cercheremo altre figure adeguate al livello qualitativo dei nostri ragazzi. Una cosa è certa, il primo requisito deve essere quello di lavorare bene coi giovani”.

Marco Panunzi